MARINA SPADAFORA: “LA MODA ETICA PUÒ CAMBIARE IL MONDO”
Marina Spadafora è stata una tra le stiliste più d'avanguardia del panorama milanese negli anni '90. Nata Anima creativa del maglificio di famiglia, da Bolzano dove è nata si trasferisce diciottenne negli Stati Uniti per diplomarsi al Fashion Institute di Los Angeles. Lavora ad Hollywood come costumista e lì incontra il primo marito, Sean Ferrer, figlio della leggendaria Audrey Hepburn e del regista-attore Mel Ferrer. Rientrata in Italia, nel 1987 debutta con successo sulle passerelle milanesi con la prima collezione di maglieria. Dalla maglia al prêt-à-porter completo, il passo è breve. A Milano apre nel ‘90 il suo primo showroom e nel ’96, in via della Spiga, la prima boutique monogriffe. Nel ’97 arriva anche la linea uomo e in anni più recenti il suo brand include anche gli occhiali da sole e i profumi. Nel 2002 viene venduta l’azienda di famiglia. La moda è anche libertà intellettuale e Marina decide di liberarsi dei cliché dell'industria del fashion: la sua moda si basa su una ricerca di forme stilizzate, di materiali e tecniche innovativi, rendendo unico e inconfondibile il suo stile. Ama sperimentare e proiettarsi nel futuro, le sue sfilate riflettono il suo pensiero e lanciano messaggi originali: celebre è rimasta la sua sfilata del ‘94 in cui ignorando le differenze fra i sessi fa sfilare ragazzine ed efebi in abiti femminili. Proprio nel 1994 sposa in Tibet, con rito buddista, l’attuale marito, il regista e produttore Jordan Stone da cui ha avuto 3 figli. Oggi vive tra l’Italia dove hanno sede gli uffici di Auteurs du Monde (linea etica di AltroMercato), New York dove risiede parte della sua famiglia e Santo Domingo, dove dirige la nuova succursale della Parsons School For Design di New York curando i corsi di fashion design, textile design, ethical fashion e fashion careers. Nel giugno 2015 ha ricevuto presso la sede dell’ONU a New York il Women Together Award (prestigioso riconoscimento internazionale) per il suo impegno nella moda etica e sostenibile.
Intervista di Dario Bordet
La moda come tradizione di famiglia e l’esperienza americana. Ci spieghi il percorso?
Sono nata in una famiglia che faceva moda, avevamo una industria per la maglieria e dopo il liceo Io mi sono trasferita negli Stati Uniti. Ho fatto un percorso personale sia di studio che di stilista per vari marchi e ho anche lavorato nel cinema a Los Angeles come costumista. Poi sono tornata in Italia e ho fondato il mio brand Marina Spadafora e ho fatto sfilate per 10 anni a Milano, poi ho collaborato con Prada, Miu Miu, Ferragamo.
Poi c’è stata la svolta…
Dopo anni nella Moda, a un certo punto ho sentito fortissimo il desiderio di fare qualcosa che avesse un senso più profondo per me, volevo fortemente che la mia professionalità potesse essere messa al servizio di progetti che rispecchiavano i miei ideali, e così mi sono data a ciò che io chiamo “Fashion with a mission”. Mi sono data una moda che mi assomiglia di più e che è una moda che riesce anche a fare “del bene”. Nel 2007 mi fu offerto di seguire una collezione che sarebbe stata a filiera interamente africana e realizzata in tessuti organici. Un’avventura meravigliosa che mi portò a vedere molti paesi africani e a lavorare a stretto contatto con alcune realtà locali.
Quando arriva AltroMercato?
Nel 2010, mi offrirono di assumere la direzione creativa della linea di moda etica di abbigliamento ‘Auteurs du Monde’ (produzioni artigianali e maglieria fatta a mano), che curo tutt’ora per promuovere una moda etica e sostenibile. I nostri abiti vengono prodotti da artigiani in 15 Paesi nel Sud del Mondo. Ogni nostro produttore appartiene al ‘World Fair Trade Organization’, associazione internazionale che regola il commercio equo e solidale. L’obiettivo di creare sviluppo in economie emergenti, attraverso la moda, mi ha dato l’occasione di collaborare anche con Franca Sozzani, per l’iniziativa Fashion for Development.
Hai sempre lanciato messaggi originali, che riflettono il tuo pensiero, abbandonando i cliché dell'industria della moda. Celebre è rimasta una sua sfilata del 1994 in cui modelli e modelle giovanissimi sfilarono in abiti femminili. Sì, diciamo che era una cosa che ha precorso i tempi perché adesso è molto di moda la “genderless fashion” che vuol dire la moda senza gender, quindi senza sesso e la moda unisex e ai tempi noi abbiamo appunto fatto questa cosa ed ha avuto molto successo.
Sei stata sposata con Sean Ferrer, figlio di Mel Ferrer e Audrey Hepburn. Qualche ricordo della grande attrice.
Audrey Hepburn è stata mia suocera e per tanti anni. Era una persona meravigliosa, anche lei come me aveva questa vocazione per fare del bene e infatti è stata l’Ambasciatrice dell’Unicef più di successo, che ha portato più fondi di tutta la storia degli Special Ambassadors. Avevamo una relazione molto molto forte, molto vicina e ci volevamo molto bene. Tutte e due del Toro, io 3 maggio e lei 4 maggio, è stato un “grande amore”.
Poi hai sposato il regista Jordan Stone, da cui ha avuto tre figli. Proprio una grande passione per il Cinema!
Sì, è vero. È buffo... se non fanno Cinema non li sposo (ride…). A me piace moltissimo il mondo del Cinema, lavorare come costumista è stata una esperienza meravigliosa. Mi piacciono le persone creative per cui anche Jordan appunto nel modo del cinema lo è, siamo sposati da 24 anni, è una persona meravigliosa… siamo una famiglia di creativi.
Il tuo lavoro ha sempre coinvolto un forte interesse sociale e ambientale. Progetti Futuri?
Continuerò in questo. Sono molto interessata anche a tutto ciò che è educazione, quindi, oltre a continuare a disegnare le collezioni di Altro Mercato Auteurs du Monde, sono anche Direttore della Carriera di Moda di una scuola a Santo Domingo che è gemellata con la Parsons School of Design di New York. Noi siamo un po’ la testa di ponte per tutto quello che è il Sud America e il Centro America, e quindi io viaggio tra Milano, New York e Santo Domingo.
Come ti trovi a Milano?
Amo Milano anche perché la sento molto a misura d’uomo. Sono particolarmente affezionata a Brera e dintorni, la trovo così accogliente, così affascinante, così milanese!
Un messaggio per i giovani aspiranti stilisti…
Comportatevi con coscienza, cercate di portare l’innovazione e la trasparenza in tutto ciò che fate.
Grazie Marina, e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.
Grazie a voi.
Tratto da Milano 24orenews - giugno 2017