NASCE LA FONDAZIONE ANIELLO CALIFANO: SPETTACOLI, EVENTI E UN MUSEO PER RICORDARE IL POETA AUTORE DI 'O SURDATO ‘NNAMURATO
La Campania ricorda Aniello Califano, poeta e autore di canzoni che hanno fatto la storia della musica classica napoletana, ancora oggi cantate e apprezzate da persone di tutte le età. Nasce così la Fondazione Aniello Califano, costituitasi ufficialmente lo scorso maggio 2023 e oggi resa nota al pubblico tramite una conferenza stampa svoltasi al Teatro Trianon Viviani. Presieduta da Adriano Pepe Califano, e con la direzione artistica di Claudio Niola, la Fondazione nasce da un desiderio familiare di riavvolgere il nastro dell’esistenza del poeta Aniello Califano per strapparlo all’oblio della memoria. La mission è l’impegno a promuovere la cultura e l'arte, a preservare il patrimonio storico e a sostenere la creatività e l'innovazione nel campo culturale.
I primi progetti che la Fondazione ha intenzione di sviluppare sono:
MUSEO VIRTUALE - CONTEST MUSICALE -MUSEO ITINERANTE
Il primo progetto della fondazione è quello di creare un museo virtuale dedicato ad Aniello Califano. La narrazione digitale, attraverso installazioni multimediali, diventa la dimostrazione di come si possa utilizzare la tecnologia per riaccendere l’interesse, in primis sul poeta ma anche su un periodo storico molto importante per la Campania e l’Italia. Il contest musicale sarà rivolto a tutti gli artisti emergenti che amano la lingua napoletana dando la possibilità a tutti coloro che parteciperanno di inserirsi nel mondo artistico.Il museo itinerante seguirà la falsa riga del museo virtuale e sarà allestito all’interno di un airstream con visori 3D ultima generazione per conoscere la vita, la storia e le opere di Aniello Califano. E’ intenzione della Fondazione entrare in collaborazione con le scuole e creare con loro, attraverso le nuove tecnologie, progetti innovativi con esperienze immersive per parlare con i giovani nel linguaggio che loro preferiscono: quello digitale.
Ad aprire il calendario di eventi che ricorderanno la figura di Califano sarà uno spettacolo, in programma nel mese di luglio 2024, interpretato dalla straordinaria Lina Sastri.La Fondazione Aniello Califano ha inoltre stilato una partenership con l’APS Storie Campane, collettivo di professionisti impegnati nella divulgazione locale che, in tale ottica, intende promuovere la storia della poesia e della musica classica napoletana attraverso la figura dell’artista Califano, partirà dunque nei prossimi mesi un progetto articolato in più fasi e che prevede la realizzazione di un inedito percorso artistico, storico e territoriale nei luoghi della vita di Aniello Califano; Sant’Egidio Monte Albino, Napoli e Sorrento. Queste le dichiarazioni del presidente e fondatore della Fondazione, Adriano Pepe Califano:” Sono molto commosso oltre per l’interesse mostrato da parte degli intervenuti alla figura del mio avo, anche perché questo era un sogno di mio padre.Con la Fondazione vogliamo promuovere l’arte e la cultura, e attraverso le nostre attività diffondere l’amore per la cultura e per le nostre tradizioni per una crescita individuale e collettiva”
«Forse qualcosa sta succedendo, forse. A Palazzo Reale è sorto il museo dedicato ad Enrico Caruso. Eduardo De Crescenzo porta in giro per sale da concerto e teatri lirici la canzone napoletana classica denudata dall’oleografia. Il Trianon sta diventando davvero la casa della canzone napoletana, classica e non: ci ho appena visto i Suonno d’Ajere e Pino Mauro. Ma la canzone napoletana ancora non è patrimonio universale dell’umanità, ancora non merita la protezione e il marchio Unesco. Forse non basta ancora quello che sta succedendo, ma bisogna insistere in questa dimensione di recupero e rilancio: benvenuta in trincea la Fondazione Aniello Califano». Così afferma Federico Vacalebre, capo della redazione Cultura e Spettacoli de «Il Mattino», che ha aperto la serata di presentazione della Fondazione Califano con una lectio magistralis sulla storia della musica classica napoletana.
Al progetto di ricerca dei materiali storici appartenenti alla vita artistica del poeta ha contribuito in maniera determinante lo storico, professore Antonio Sciotti che a tal proposito ha dichiarato: “Dopo aver scritto tanti libri sulla storia della canzone napoletana e, in particolare, sul periodo dell’industrializzazione che parte dall’ultimo quarto di secolo dell’800, mi sono sempre domandato il motivo di tanto snobbismo trovato nei vari scritti e documenti verso Aniello Califano che, al contrario, reputo un apripista con Di Giacomo, Russo e Bracco dell’epoca d’oro della melodia partenopea. All’invito nel comitato scientifico della Fondazione Califano ho risposto con entusiasmo proprio per ridare la giusta collocazione ad un grande poeta bistrattato. Necessita, infatti, una sua rivalutazione per riportare alla memoria storica tutta la sua arte”.“Ho accolto con grande entusiasmo il progetto che ha messo in essere nel suo statuto la Fondazione, per me che lavoro da anni nella musica napoletana poter organizzare momenti artistici e culturali che rinnovano l’attenzione su un periodo straordinario della cultura musicale napoletana e che è stato senza dubbio inizio di un percorso che ha portato Napoli e la sua musica ancora oggi ad essere un punto di riferimento non solo per noi napoletani ma per tutta l’Italia” ha concluso il direttore artistico Claudio Niola. “Da canto d’amore che condannava la Grande Guerra a coro da stadio O Surdato Nnamurato è la metamorfosi di un brano che ha fatto cantare il mondo e Califano è stato uno dei principali protagonisti dell’epoca d’oro della canzone napoletana. Fu soprattutto un poeta d’amore nella Napoli della Belle ‘Epoque” ha dichiarato nel suo intervento a margine della conferenza il giornalista Carmine Aymone.
La vita del poeta
Aniello Michele Califano nacque a Sorrento il 19 gennaio 1870 da Alfonso Califano, importante proprietario terriero di Sant'Egidio del Monte Albino e dalla nobile sorrentina Rosa Rispoli, comproprietaria del grande albergo Rispoli, dove nascerà il prestigioso Grand Hotel Vittoria. Visse la sua infanzia nella villa paterna di Sant'Egidio fino all'età di 18 anni.Iscritto all'istituto tecnico per geometri a Napoli, iniziò a scrivere i primi versi in lingua napoletana. A scuola primeggia in italiano e storia, e, nello stesso tempo, si avvicina all’arte della poesia, in particolare a quella di Ferdinando Russo, di cui nutre grande ammirazione. Per tutto il periodo di studio a Napoli, il padre gli affittò un piccolo appartamento in un palazzo di piazza Carità. Durante questo periodo diventò assiduo frequentatore di café chantant, luoghi che, via via, diventarono ritrovi anche più importanti dei teatri per portata di pubblico e calibro artistico. Divennero punti di incontro di tutti gli intellettuali ed artisti della Napoli dell’ultimo quarto di secolo dell’Ottocento, tra cui Salvatore Di Giacomo, Roberto Bracco, Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce, Libero Bovio, Enrico De Nicola. Finalmente riuscì ad attirare l’attenzione di Ferdinando Russo, mostrandogli alcuni dei suoi scritti e il noto poeta ne rimase molto colpito, invogliandolo ad insistere sul talento soffocato. Così, nel 1891, al Caffè Napoli di Villa Comunale, Califano debuttò con le sue prime tre canzoni musicate da Alfonso Raimondi: ‘A giurnalista, ‘A pizzaiola e ‘Nce vò ‘nce vò. in particolare, la prima piacque moltissimo e venne cantata ovunque durante i festeggiamenti di Piedigrotta. In virtù di questo primo e inaspettato trionfo, iniziò in maniera più decisa a sottoporre i suoi scritti a vari musicisti e diversi editori, fino a raggiungere la consacrazione nel 1894 quando, al Festival di Piedigrotta organizzato dal periodico Il Caffè si aggiudicò il primo, secondo e terzo posto finale con le canzoni Celestina su musica di Pasquale Fonzo, Serenatella mariola su musica di Emanuele Nutile e ‘O primmo vaso su musica di Carlo Fanti. Nella stessa manifestazione, Califano, il cui nome è violentemente legato al successo di ‘O surdato ‘nnammurato, completò lo strike vincendo anche il primo premio poesia con ‘O primmo vaso e due menzioni d'onore con le canzoni ‘O surdatiello su musica di Salvatore Gambardella e ‘Ngiulinella su musica di Alberto Mangini. Da questo momento divenne uno dei poeti di punta, al pari di Di Giacomo, Russo, Cinquegrana e Bracco, dell’epoca d’oro della canzone napoletana.Dai Festival di Piedigrotta agli spettacoli delle Mattinate, dalle audizioni piedigrottesche a quelle di primavera, il suo nome comparve con continuità, diventando il poeta più ambito dalle canzonettiste e dagli editori più popolari. Tra i suoi grandi successi: Ninì Tirabusciò, ‘O mare ‘e Margellina, ‘A canzone ‘e Capri, Tiempe belle. Ritornato a Sant’Egidio Monte Albino dove si stabilì nella casa paterna, conobbe la dama di compagnia della madre Stella Pepe dalla quale avrà quattro figli. Si racconta che Stella, essendo già vedova per due volte per il troppo amore non abbia voluto appositamente sposarlo, temendo lo stesso triste destino dei precedenti mariti. Il 24 maggio del 1915 il generale Cadorna firmò il bollettino di guerra numero uno. Per questo motivo, Califano decise di fermarsi stabilmente nella sua villa paterna di Sant'Egidio del Monte Albino dove spesso fu raggiunto da amici e parenti, tra cui il maestro Enrico Cannio con il quale, sempre nel 1915, realizzò la popolarissima 'O surdato ‘nnammurato. Questa canzone fu censurata perché anteponeva l’amore per una donna all’amore per la Patria, e soltanto a guerra terminata l’ostracismo fu revocato. Aniello Califano morì di vaiolo il 20 febbraio 1919, dopo aver riconosciuto i figli di Stella. Ancora oggi i suoi eredi vivono a Sant’Egidio Monte Albino con il cognome Pepe Califano. Alla sua morte una piccola folla invase lo spiazzo antistante Villa Califano per chiedere che, una volta incenerita la salma, anche tutti i suoi indumenti, il letto, i divani e quant’altro, fossero bruciati per soffocare un eventuale contagio. La bara venne trasportata nel cimitero comunale di Sant'Egidio del Monte Albino su un carro agricolo e, dopo la funzione, questo fu bruciato pubblicamente. I resti di Aniello Califano, quattro anni dopo, su iniziativa di Silvio Salvatore Gargiulo, furono trasferiti l'11 novembre 1923 a Sorrento.
Il periodo d’Oro
Il periodo in cui si svolgono le attività di Aniello Califano è quello in cui la Musica Napoletana si è ritagliata un ruolo importante nei secoli soprattutto grazie a quel periodo definito d'oro che ha inizio intorno al 1880. La canzone napoletana in quel periodo, per utilizzare un termine tanto in voga oggi sui social, diventa virale. Le canzoni o meglio le romanze attraverso le "copielle" e i dischi in vinile arrivano in tutto il mondo rappresentando un biglietto di presentazione culturale e commerciale non solo di Napoli ma dell'intera Nazione grazie anche alla massiccia presenza di immigrati italiani in tanti paesi, un successo mondiale senza la forza prorompente della rete internet e dei Social. Dove l'orgoglio e l'onore di appartenere ad un popolo faceva crollare qualsiasi campanilismo, pur essendo in lingua napoletana, tutti dal Veneto alla Sicilia si sentivano rappresentati da questa Musica che riesce a contagiare e far crescere anche altri generi musicali soprattutto nelle Americhe. Se dopo cento anni, che dal punto di vista del progresso tecnologico sono stati intensissimi, ancora c’è voglia di parlare di Aniello Califano è perché nelle sue opere, come in tutte le grandi opere che ci arrivano dal passato, ci sono le componenti dell’autenticità, dell’originalità e dell’amore. La foto ritrae tutti i poeti e i musicisti che prendono parte all’album di Piedigrotta Polyphon del 1914, cui si aggiunge l’editore Emilio Gennarelli (al centro). Aniello Califano è posizionato in seconda fila (primo da destra) dietro Libero Bovio e Salvatore Di Giacomo. In questo periodo c’è un fermento creativo così forte da creare una musica che è diventata mondiale, pur raccontando la vita quotidiana del popolo da qui l‘identificazione di musica pop perché riferita a quest’ultimo; musica che arriva violentemente a toccare la sfera emotiva e possiede una forza enorme di aggregare le persone.
Mai Fondazione ha avuto fondamenta così forti.
La missione della Fondazione è quella di saper selezionare e calendarizzare le attività da programmare e da sviluppare individuando, nel ricordo di Aniello Califano, artisti odierni, e riaccendendo le luci su manifestazioni straordinarie che hanno consentito di far arrivare a noi tanta arte (Piedigrotta, Festival di Napoli, San Gennaro, Columbus day).
La vita artistica
Il debutto canzonettistico di Aniello Califano avviene nel 1891 in occasione della Festa di Piedigrotta, palcoscenico grazie al quale molti poeti e musicisti possono mettersi in evidenza con le loro composizioni, anche senza editore e senza alcuna protezione del copyright. Il 1891 è un anno di grande movimento canzonettistico. Il quotidiano Don Marzio organizza il Festival di Piedigrotta, ovvero una gara canora di canzoni napoletane, imitato da Francesco D’Abundo, direttore del periodico Partenope Teatrale. Inoltre, con la diffusione in tutta Europa del cafè chantant, gli impresari Giuseppe Marino e Eduardo Caprioli decidono di aprire il Salone Margherita, ovvero un ritrovo elegante sulla falsariga dei grandi saloni francesi che possa offrire esclusivamente questo tipo di spettacolo. Inoltre, gli altri Caffè della città, con l’arrivo del mese di settembre, cominciano a proporre le nuove canzoni di Piedigrotta, in particolare il Caffè Scotto Jonno in Galleria Principe, il Caffè Starace in Galleria Umberto I, la Birreria Dreeher a San Francesco di Paola, il Caffè Concerto del Castel Nuovo di Piazza Municipio, in Via Molo, la Birreria Monaco, in Piazza Municipio, il Vermouth, a Santa Lucia, il Vermouth di Torino in Via Municipio angolo San Carlo, il Ferrari nel Vasto, il Cafè Chantant di Castel Nuovo, in Piazza Castello (Municipio).
In uno di questi caffè si registra il debutto di Aniello Califano.