SEGRATE (MI) LA CASCINA OVI UNA LUNGA STORIA
C’è una cascina, a Segrate. O meglio: una Cascina. Che esiste dal 1346. Anzi, probabilmente da molto prima: questa è la data della prima menzione scritta: era il tempo della Guerra dei cento anni, di Carlo IV imperatore e dei primi focolai, in Crimea, della Peste nera. Eccoci a Cascina Ovi, a Segrate, appunto: in via Olgia, a pochi passi dalla Cassanese. Un ristorante a due passi da Milano, in mezzo alla pianura. Ed è un ristorante sardo (anzi: un ristorante di sardi, come – con puntiglio linguistico – precisano i proprietari), di pesce. Ricapitolando: un ristorante di sardi, specializzato in pesce, fuori Milano. Belle antinomie. E qui aggiungo: vale assolutamente la pena andarci, anche per chi vive in centro città. Perché l’esperienza ripaga, con gli interessi, della moderata fatica. L’ho provato di persona, una sera di queste. Francesco Rizzo, il cui volto è diventato noto a molti dopo la presenza a “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese, e la sua consorte e socia Antonella Di Carlo, titolari, mi accolgono con un sorriso. Pochi minuti di conversazione e si crea subito una piacevole sintonia: complice senza essere invadente, basata su interessi e passioni comuni, dallo yoga ai viaggi ai vini. Mi lascio condurre per mano, delegando la scelta dei piatti. Ho la fortuna di assaggiare un carpaccio di baccalà il cui sapore non contrasta ma piuttosto si sposa con il dolce delle sottili scaglie di cioccolato e l’amaro-aspro di un piccolo arancio giapponese tagliato a metà a completare il piatto; ancora sapori marini e agrumi nella portata successiva, un’altrettanto deliziosa tartare di ricciola guarnita di gelatina al limone, ribes e melograno; è la volta di tre capesante scottate con fois gras e riduzione, ancora, al melograno; il primo piatto è più tradizionale: un perfetto risotto agli scampi con bottarga (che bottarga!) e limone; non mi si risparmia il secondo: ed è un piacere ignorare il senso di sazietà incipiente per abbandonarmi con goduria al lingotto di tonno con riduzione alla salsa di yogurt. C’è ancora spazio per il dessert, per un bicchierino di mirto e un (ottimo) caffè. Menzione speciale per il vino: una bottiglia di vermentino di Sardegna Argei. Andare a Cascina Ovi è stata la mezz’ora di macchina meglio investita da diverso tempo a questa parte.
Cascina Ovi è in via Olgia 11 a Segrate www.cascinaovi.it