VILLAMAGNA DOC a Milano
La presentazione dei vini ”Villamagna DOC” alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle Cantine del territorio si è tenuta al Ristorante Sadler recentemente aperto all’interno dell’Hotel Casa Baglioni a Milano (via dell’Annunciata 14). Dopo 16 anni, infatti, lo chef stellato Claudio Sadler ha lasciato la sua sede storica sul Naviglio Pavese. Nel corso dell’evento, il wine journalist Mauro Giacomo Bertolli ha quindi illustrato i vini Villamagna doc (rossi, ottenuti da uve Montepulciano d’Abruzzo) in abbinamento alle portate di degustazione proposte dallo Chef Sadler, dando voce ai produttori presenti in sala che ci hanno raccontato i vini proposti. La Doc Villamagna è stata istituita nel 2011, ma solo oggi il lavoro svolto in vigneto e in cantina è stato ritenuto congruo all’obiettivo prefissato, ovvero quello di nobilitare al massimo possibile l’eccellenza che il territorio di Villamagna sa conferire alle uve Montepulciano d’Abruzzo.
La DOC Un vino che era in cantiere da molto. Sin dal 2011, anno di creazione della Doc Villamagna, ma solo ora il lavoro svolto in vigneto e in cantina è stato ritenuto congruo all’obiettivo prefissato, ovvero quello di nobilitare al massimo possibile l’eccellenza che il territorio di Villamagna sa conferire alle uve Montepulciano d’Abruzzo. Villamagna è stata riconosciuta con Decreto del 20/04/2011, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 09/05/2011. Si tratta di un vino rosso ottenuto dal vitigno Montepulciano almeno per il 95%, con una resa massima di 12 t/ha, proposto in due tipologie: Base e Riserva. La tipologia Base deve avere un affinamento minimo di dieci mesi a partire dal 1° novembre dell’anno della raccolta e un grado alcolico minimo del 13%. La tipologia Riserva deve avere invece una maturazione minima di 24 mesi e una percentuale alcolica minima del 13,5%. I vini DOC Villamagna possono indicare in etichetta il nome della “Vigna", seguita dal relativo toponimo.L’area interessata, di 85 ettari, comprende interamente il comune di Villamagna e parte dei comuni di Bucchianico e Vacri, in particolare la collina denominata “La Torretta”, in provincia di Chieti, in Abruzzo. Si tratta di terreni selezionati e vocati alla coltura della vite e dell’olivo, con esposizione a sud-est o sud-ovest e ad altitudini comprese fra 30 e 180 metri. Sono esclusi quelli esposti a nord e quelli lungo gli alvei dei corsi d'acqua Foro e Serepenne. L’orografica del territorio è caratterizzata da ampie colline assolate e ben esposte a Sud. Il tratto distintivo della zona è dato dalla combinazione di due tipi di terreni: sabbiosi-argillosi e calcareo-marnosi. I primi, che hanno spessore variabile a seconda della pendenza e dell’esposizione, apportano al vino sensazioni olfattive complesse, morbidezza e longevità; ai secondi si deve l’intensità del colore.
È un terroir che trae benefici dalle brezze marine del mare Adriatico, distante una decina di chilometri, e dall’influenza del massiccio della Maiella, che si trova circa alla stessa distanza. Effetti positivi sono portati anche dalla buona ventilazione quotidiana, in direzione est-ovest e dalla notevole escursione termica, sia tra le stagioni sia tra giorno e notte: fattori che creano condizioni ottimali per amplificare l’intensità olfattiva e accumulare le sostanze aromatiche, che sono alla base di uve per la produzione di vini di alta qualità e tipicità, caratterizzati da tannini ammorbiditi e da grande struttura. Il logo del Villamagna Doc si ispira allo stemma cittadino, in cui sono presenti due crocette templari, riferimento alla storia medievale del paese che nell’anno mille raggiunse il suo massimo splendore e successivamente alla sede vescovile. Le chiavi sono anche un richiamo alla conformazione topografica di Villamagna. simbolizzano un invito ad accedere al borgo, attraverso le sue maestose porte, l’arco principale di entrata e quello più piccolo di uscita. A loro volta gli archi scoprono due maestosi affacci, uno verso la montagna e l’altro verso il Mare Adriatico, elementi fondamentali che concorrono a creare il particolare microclima del territorio. Nella zona agricola di Villamagna sono numerose le testimonianze storiche della presenza della vite e del vino. Lo Statuto di Villamagna, del 1511, offre preziosi spunti d’informazione sulle caratteristiche del paesaggio e delle colture agrarie praticate all’epoca.
La specificità era il canneto, che garantiva un prezioso sostegno alla vite, così come i casi di viti maritate all’acero e ad altre piante. Più tardi, nel Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli del 1805, lo scrittore Lorenzo Giustiniani menzionava la terra d’Abruzzo citeriore e ricordava che “…la produzione del suolo consiste in grano, granone, vino e olio, che vendono pure altrove”. In ogni modo, è il vitigno Montepulciano che merita un’attenzione particolare poiché, più di altri, esprime la forza del territorio. È coltivato in modo da assecondare le variazioni ambientali presenti nel panorama abruzzese, anche se predilige i terreni profondi, molto compatti, le buone sposizioni e le condizioni climatiche calde e asciutte. Franco Cercone, nel suo libro La meravigliosa storia del Montepulciano d’Abruzzo, afferma che la prima notizia storica sulla presenza del vitigno è contenuta nell’opera di Michele Torcia, dal titolo Saggio Itinerario Nazionale pel Paese dei Peligni (Napoli, 1793). Il Montepulciano, da alcuni considerato autoctono e da altri ritenuto discendente di un vitigno di origine greca, è rimasto a lungo in uno stato di isolamento. Verso la fine del XIX secolo si è diffuso sulla fascia costiera e solo dal secondo Dopoguerra è diventato il vitigno più coltivato in regione, fino a essere, oggi, la base del vino rosso abruzzese per antonomasia e naturalmente l’uva fondamentale della DOC Villamagna.
Le caratteristiche ampelografiche del Montepulciano e dei suoi 26 cloni sono alquanto omogenee: capacità di garantire produzioni costanti, ciclo vegetativo lungo e maturazione tardiva. La forma di allevamento generalmente utilizzata è la pergola abruzzese (tendone) anche se, da qualche anno, è in aumento la controspalliera e il cordone speronato. I sesti d’impianto più diffusi sono quelli a espansione media e la potatura medio-corta. Dal vitigno Montepulciano si ottiene un vino dal colore rosso rubino intensissimo, impenetrabile, che con il tempo evolve verso il granato; all’olfatto è intenso e ampio e si percepiscono sentori di frutta rossa matura, frutta cotta, confettura di ciliegia, amarena, prugna, ribes nero, carruba, mirto, tabacco, note vegetali, terra bagnata, fiori appassiti, viola, rosmarino, radice di liquirizia, pepe nero, vaniglia, cannella, chiodi di garofano, cacao, polvere di caffè, cuoio e scia balsamica. Al gusto manifesta la sua generosità offrendo ancora una notevole intensità: molto caldo, di gradevole tannicità e sapidità, buona struttura e discreta acidità.
Una ricchezza che si manifesta con la sua prolungata persistenza che consente maturazioni durature in legno e in bottiglia. Il Villamagna racchiude tutte queste caratteristiche, arricchendole con tratti di grande eleganza. In ogni caso, oltre ai motivi storici e pedo-climatici, che legano strettamente il prodotto al territorio, è molto importante anche l’incidenza del fattore umano, con il miglioramento di alcune pratiche viticole ed enologiche che consentono di ottenere vini con spiccate caratteristiche e tipicità. I produttori di Villamagna sono prevalentemente Cantine storiche, in una zona che ha la propria vocazione alla viticoltura da antichissima data, tanto da comparire addirittura in una bolla papale di Niccolò II del 1059. Il terreno utilizzabile alla coltura della vite copre circa il 90% del comprensorio. Quasi un quarto degli abitanti, circa 2300, è addetto a lavori legati al mondo del vino e quasi ogni famiglia ha la sua piccola vigna. Lo stesso toponimo della cittadina si compone del termine latino “villa”, in pratica residenza di campagna o fattoria con podere e dell’aggettivo “magna”, in sostanza grande, importante. Dalla loro passione, dalla paziente e accurata ricerca della qualità, dalla profonda sensibilità per la sostenibilità del territorio nascono vini che descrivono e testimoniano l’espressione autentica di un territorio unico e particolare.
L’interazione dei fattori naturali con quelli umani, legati alla tradizione e alle consuetudini locali da un lato, e le moderne tecniche di allevamento e vinificazione dall’altro, consente di ottenere vini con forti elementi distintivi, con un valore aggiunto: il volto più elegante dell’essenza del Montepulciano, caratterizzato da profumi complessi, di grande struttura e persistenza gusto-olfattiva. Il Villamagna è un vino ideale da abbinare a primi piatti come gnocchi di patate, cannelloni all’abruzzese, composti da tranci di sfoglia arrotolati e ripieni di carne mista di pollo, vitello e maiale, oltre alla “pasticcia”, stufato di polenta con salsicce, uova e pecorino grattugiato. La tipologia Riserva è perfetta con il cosciotto d’agnello o capretto al forno, brasato di manzo al Montepulciano e il carré di maiale con frutti di bosco e purea di mele. La produzione totale è di 70 mila bottiglie per la tipologia base e di 20 mila bottiglie per la Riserva.Le sei Aziende partecipanti alla presentazione del 15 marzo 2023 a Milano si trovano nel paese di Villamagna: Cantina Sociale Villamagna, Cascina del Colle, Palazzo Battaglini, Piandimare, Torre Zambra, Valle Martello.
TASTING VILLAMAGNA DOC
Ristorante Sadler Via dell'Annunciata, 14 - Milano
Le aziende partecipanti sono: Cantina Sociale Villamagna, Cascina del Colle, Palazzo Battaglini, Piandimare, Torre Zambra, Valle Martello. Ognuna delle 6 aziende presenta 1 vino Vallemagna DOC:
VILLAMAGNA DOC 2019 Piandimare
VILLAMAGNA DOC 2018 Cantina sociale di Villamagna
VILLAMAGNA DOC RISERVA 2018 Cascina del Colle
VILLAMAGNA DOC RISERVA 2018 Torre Zambra
VILLAMAGNA DOC RISERVA 2017 Valle Martello
VILLAMAGNA DOC RISERVA 2016 Palazzo Battaglini