AGLIO NUBIA
Nubia è una piccola contrada del comune di Paceco, posta alle pendici del Monte Erice, di fronte alle isole Egadi, costeggiata dal mare e dalle saline. (quest’ultime tutelate dalla Riserva Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, gestita dal WWF) . I nubioti, un tempo, prevalentemente, popolo di contadini, si dedicavano in folto numero alla coltivazione dell’aglio rosso di Nubia, da cui la contrada ha acquisito la denominazione dialettale di “u paisi di l’agghi”, cioè il paese dell’aglio. Negli anni questa coltivazione è proseguita attraversando fasi alterne, poiché spesso la produzione rimaneva invenduta.La zona di vendita non andava oltre la provincia di Trapani e Palermo , pertanto era sufficiente un massiccio arrivo di aglio da altre località , per non consentire a i produttori nubioti di vendere tutta o in parte la propria produzione. Premesso che il bulbo dell’aglio rosso di Nubia raggiunge dimensioni massime di circa 5,5 centimetri di diametro del bulbo, molti produttori presi dalla paura di non riuscire a vendere la loro produzione, cercarono delle varietà aventi maggiori dimensioni, in modo di assicurarsi la vendita, ciò fu causa di contaminazione, mettendo a rischio il seme originario dell’aglio rosso di Nubia. Nel 2012, su proposta di alcuni estimatori e produttori del nostro aglio, Slow Food accettò di creare il Presidio aglio rosso di Nubia, da allora questa antica produzione è riuscita a farsi conoscere oltre il mercato locale, riuscendo ad ottenere sempre maggiori estimatori.. Io ( Gallo Rosalba) , insieme a Giovani e Vito Manuguerra e ad Antonino Genovese, faccio parte di quei produttori storici che diedero l’inizio al lavoro di Slow Food. Nel 2008 gli stessi ci siamo associati formando una cooperativa agricola, che abbiamo chiamato Rossonubia, il cui scopo oltre a continuare il lavoro di valorizzazione dell’aglio rosso di Nubia , iniziato nel 2012 , è quello di offrire la nostra produzione in unica proposta commerciale. Da circa 5 anni è in corso l’iter per il riconoscimento della D.O.P. aglio rosso di Nubia , a tale scopo è stato creato un consorzio promotore del quale insieme a noi fanno parte altri 15 produttori circa e il cui presidente è l’ing. Sebastiano Cammarata. L’aglio rosso di Nubia ha come caratteristica peculiare l’altissima quantità di allicina (sostanza che da il sapore all’aglio ) contenuta nei suoi bulbilli. , oltre a ciò. , Queste peculiarità sono date dalla posizione pedoclimatica dei terreni di coltivazione che sommate alle pratiche colturali manuali, danno a questo prodotto un aroma intenso ma al tempo stesso molto delicato e digeribile. L’area di produzione è compresa fra l’agro del comune di Paceco, e una da parte dei comuni di Trapani, Erice, Buseto Palizzolo, Valderice e di Marsala. Viene coltivato in asciutto, in terreni scuri e prevalentemente argillosi, in rotazione con melone, leguminose e grano duro. Si Semina dalla seconda decade di dicembre alla fine di gennaio, ma in annate particolarmente piovose la semina può protrarsi anche fino alla fine di febbraio. La raccolta va effettuata la mattina presto o la sera, quando il calore del giorno non compromettere l’integrità delle foglie secche, necessarie per la successiva opera di intrecciatura dei bulbi. L’aglio rosso di Nubia ha un bulbo composto mediamente da dodici bulbilli, le tuniche esterne sono bianche mentre quelle interne, ricoprenti i bulbilli, hanno un colore rosso vivo. Questo colore rosso, man mano che ci allontana dal momento della raccolta, va però scemandosi , oltre a ciò si allevia con l’esposizione al sole , indispensabile per il completamento della maturazione e per l’asciugatura delle foglie inumidite per consentire l’intrecciatura delle stesse, altra variabile del colore rosso delle tuniche dei bulbi è dovuta alla presenza di abbondanti piogge tardo primaverili. Le trecce secondo la tradizione venivano confezionate in trecce da 100 teste (bulbi), oggi a causa delle mutate esigenze di mercato, si fanno trecce da 10 - 20 – 50, (secondo le richieste). A secondo del diametro del bulbo la treccia (trizza) si chiama cucchia grossa (da 50 mm ed oltre), corrente (45 mm circa ), cucchicedda (40 mm circa) e mazzuneddu ( 25/30) mm. Durante il corso del 2008, dall’ inventiva dell’associazione dei produttori del presidio è nata una nuova confezione a forma di canestrino composta di solito da 4 bulbi (teste). (vedi allegato articolo sul premio ottenuto da Slow Food)www.agliorossodinubia-prodottori.com
Premiato l'aglio rosso di Nùbia per la confezione più sostenibile
Nubia, piccola frazione di Paceco (Tp), da sempre fonda la sua economia sulle saline e sulla coltivazione dell’aglio rosso, tanto da far acquisire a Nubia la denominazione dialettale di “u paisi di l’agghi” cioè il paese dell’aglio. Tale coltivazione viene ancora oggi praticata con metodi tradizionali che si sono perpetuati nel tempo che vanno dall’attenta selezione dei bulbilli, alla tecnica di coltivazione rispettosa dell’ambiente, all’impianto e raccolta manuale fino alla fase di asciugatura e intrecciatura, sempre rigorosamente manuale. Un tempo le trizze di aglio erano composte anche di centinaia di teste, erano lunghissime, e si tenevano appese nelle abitazioni per attingerne l’aglio necessario alla preparazione dei cibi. Un Presidio Slow Food tutela dal 2002 questo prodotto e coinvolge cinque piccoli produttori locali in un’associazione di tutela; i produttori si sono dati un disciplinare rigoroso e, dal 2008, hanno elaborato un modo totalmente ecocompatibile per confezionare l’aglio. La moglie di uno dei produttori, Rosa Gallo Placentino, ha inventato un nuovo intreccio che consente di tenere insieme solo quattro teste di aglio (una quantità più adatta alle esigenze moderne di consumo - nella foto), formando un’asola – una sorta di piccola maniglia - consente di appendere il mazzetto di aglio. La nuova tecnica è stata subito adottata anche dagli altri produttori del Presidio. Niente plastica, quindi, o scatole di difficile smaltimento: le teste di aglio sono tenute insieme dai soli gambi dell’ortaggio intrecciati quando non sono ancora completamente essiccati, cioè ancora flessibili. Slow Food, che dal 2008 ha indetto un premio annuale per il Presidio che dimostra maggiore consapevolezza ambientale e inventiva nello studio delle proprie confezioni, ha premiato domenica 8 marzo il Presidio siciliano dell’aglio rosso di Nùbia. I Presìdi italiani sono 177 e coinvolgono oltre 1300 piccoli produttori. Un progetto di Slow Food avviato dieci anni fa che ha affermato con forza valori fondamentali: la tutela della biodiversità, dei saperi produttivi tradizionali e dei territori, che oggi si uniscono all'impegno a stimolare nei produttori l'adozione di pratiche produttive sostenibili, pulite, e a sviluppare anche un approccio etico (giusto) al mercato. Nel 2008 Slow Food Italia ha assegnato ai produttori un "contrassegno" di identificazione, tutela e valorizzazione da apporre sulle confezioni dei prodotti, consentendo ai consumatori di identificare i prodotti presidiati e tutelandosi quindi dai falsi sempre più numerosi sul mercato. Solo i prodotti che esibiscono il contrassegno grafico colorato “Presidio Slow Food®” fanno parte autenticamente del progetto di Slow Food (www.presidislowfood.it).